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Tuesday, July 08, 2014

Recensione di Susanna Ferri

Adey Abeba 1994, di Martha Nassibou
L’insuperabile soave talento di scrittrice  della Principessa Martha Nassibou  è espresso con delicatezza nel suo   il bellissimo libro “Memorie di una principessa etiope”

Ogni pagina è un prezioso scrigno dal quale trarre perle di storia, di saggezza, di grandezza d’animo.
Pur trattando  eventi  storici dolorosi per il grande Paese di origine,  l’Etiopia,  e pur essendo stata toccata personalmente dall’inconsolabile lutto per la perdita del valoroso padre  degiac Nassibou Zamanuel, a causa delle fistole ai polmoni procurate dal letale  gas iprite,  utilizzato  dai comandanti   italiani nell’aggressione, e la perdita del fratello Keflè, nelle memorie della Principessa etiope Martha,  vi è la totale assenza nei protagonisti   dell’acrimonia per il nemico aggressore. Non una traccia di invettive, rivendicazioni  o vendette indirizzate all’ingiusto nemico.

Una tenace profonda teologia è ben descritta nella figura della madre Atzede Mariam Babitcheff che con la sua fede ed i rosari recitati ha salvaguardato la vita dei suoi piccoli principi profughi.  Il  libro è una piacevole immersione nella storia, nel paesaggio e nei profumi africani. Coloro che hanno  avuto la fortuna di nascere o  vivere nel  Corno d’Africa, leggendo il libro,  riassaporeranno i profumi della savana, l’odore speziato dello zicnì , del wot così ben descritti e gusteranno  il leggero sapore acido dell’injerà;   gioiranno  leggendo le descrizioni delle allegre rincorse tra bambini  nei soleggiati cortili etiopi ed all’orecchio verrà concessa la totale quiete del silenzio del riposo pomeridiano.

Chi è nato o cresciuto in Africa ritroverà nel libro anche il galateo etiope, gli inchini rispettosi dei bambini  al cospetto degli autorevoli  genitori, la descrizione delle feste più significative e suggestive come il Maskal.
Coloro che, invece, non conoscono la storia del Paese famoso per il café di Harar,  scopriranno il talento e la lungimiranza del popolo etiope e della sua aristocrazia. Leggeranno di Ras, Negus, Negus Neghesti,  re dei re, imperatore, le  cui storie si sono  intersecate , in modo infausto, con quelle di Mussolini, Badoglio, Graziani,   Balbo.

La melmosa e carsica condotta della Società della Nazioni non ha gestito correttamente gli interventi  per scongiurare  l’invasione dell’Etiopia nel 1935, senza una dichiarazione di guerra da parte dell’Italia.
Essa infatti avrebbe dovuto diplomaticamente scongiurare l’aggressione dell’Italia ad un Paese membro della Società delle Nazioni cioè all’Etiopia poiché quest’ultima era già membro della Società delle Nazioni dal 1923, ben prima che lo divenisse l’Italia  nel 1937.

L’appartenenza dell’Etiopia alla Società delle Nazioni,  tanti anni prima dell’Italia dimostra quanto valida e lungimirante fosse la diplomazia di tale onorevole popolo etiope  che,  come la storia insegna,  fu anche precursore della nascita delle rappresentanze diplomatiche degli ambasciatori nel mondo.
L’augurio che mi nasce nel cuore al termine delle numerose riletture del libro è che tutte le nostre case possano essere come quella  del padre della Principessa Martha Nassibou dove (cito parole dal testo) “ la vita aveva il sapore della felicita “


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