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Sunday, October 22, 2006

Quel che scrivevo in prima media

Ai miei cari lettori,

Desidero confidarvi e raccontarvi una storia, ma sarete poi Voi a giudicare se ne valeva la pena.Il mio libro « Memorie di una principessa etiope » mi restituisce lembi di memoria dimenticati, che sembravano per sempre perduti nella valle dell’oblio, per mezzo di nuove testimonianze che mi sono giunte attraverso i messaggi elettronici di coloro che hanno letto il mio libro.

Ecco che riaffiora dai meandri della memoria il più dolce dei ricordi. Marco, un mio lettore mi rivela una notizia incredibile ! La sua Zia Sofia era la mia insegnante di 1° media nel Collegio del Sacro Cuore a Firenze nel 1940. Sofia ha letto il mio libro tutto d’un fiato sconvolta dall’emozione di avermi trovata dopo sessanta quattro anni. Potete immaginare l’impatto che una notizia come questa può suscitare : prima l’incredulità, poi l’esplosione di una gioia immensa.



Sofia ha oggi 91 anni, una mente lucida e una grande capacità di ricordare episodi avvenuti lontano nel tempo.-«Martha, Martha cara, cara…» mi ripete la sua voce dolce e commossa che risuona calorosa all’altro lato del telefono. «Tu eri una bambina intelligente, audace, sensibile e quale ti ho descritta nel mio libro "Sofia e famiglia". Una ridda di inesplicabili emozioni traboccano e lacrime di gioia bagnano il mio viso. Sofia continua « Eravate con tua sorella Amaretch due bambine deliziose e vi descrivo così nel mio libro: Martha la minore, era assai intelligente e i suoi occhi vivacissimi manifestavano una grande gioia interiore, Amaretch aveva un viso dolcissimo ed occhi languidi e malinconici. Martha, con i suoi racconti di terre a noi lontane, riusciva ad ipnotizzare tutta la classe, me compresa. Narrava di uomini strani che adoravano grandi alberi, intorno ai quali cantavano e danzavano, dopo aver offerto ad essi monili e doni varii… Quando andavo a trovare la loro mamma, il fratellino, appena mi vedeva, cominciava a gridare : Mamma, mamma, c’è la «proferossessa», e la cameriera, Enkoyé,correva a preparare il carcadé.»




Pochi giorni dopo mi giunge graditissima una lettera di Sofia: «Cara Martha, questo tuo libro mi ha reso note tante cose che non sapevo. Ho conosciuto le meravigliose persone del tuo papà e della mamma, la loro forza morale, il loro coraggio nelle vicende della vita e la grande continua fiducia nella Provvidenza. Non conoscevo poi le numerose e dolorose peripezie del vostro lungo esilio e peregrinare per volontà altrui. Il libro lo ha letto ora mia nipote Silvia, alla quale è piaciuto moltissimo e pensa di adottarlo come libro di «narrativa», nella sua classe di terza media, dove insegna…». Così termina la lettera di Sofia, lasciandomi immersa in un fiume di lacrime.

Alcuni giorni dopo mi giunge, inviatomi da Sofia il suo libro e la Rivista quadrimestrale delle ex-alunne liceali del Collegio del Sacro Cuore di Firenze, nel quale esse scrivono le loro impressioni, intitolato «Lumen et vinculum» del 1940 e in questa rivista scopro con stupore un articolo di Cronache sulle attività del Collegio scritto da me, privilegio eccezionale concesso per una delle piccole allieve di prima Media. Desidero trascriverlo per intero, e spero sia gradito ai miei cari lettori che hanno seguito il corso della mia infanzia, poichè in questo testo vi si può trovare lo stesso spirito e le stesse impressioni, ciò che lo renderebbe perfettamente compatibile con le descrizioni che ci sono nel mio attuale libro. Un dono che mi restituisce il mio libro « Memorie di una principessa etiope» con il filo d’oro che si dipana e volteggia leggero e scintillante attraverso l’etere per giungere a me come per magia, promessa di altri episodi che forse mi svelerà.


FIRENZE 1940 - Collegio del Sacro Cuore

Per caso – proprio per caso – ho saputo che tre volte all’anno una bambina è incaricata di scrivere la “Cronaca“ da stampare in Lumen et Vinculum, ed ho subito pensato: “Questa volta chiederò di farla io!” Audacia! Presunzione! Temerarietà! diranno le grandi. Eppure io mantengo il mio proposito : chiedo….ed ottengo. Come sono felice !- Ma come mai un’idea simile ? - mi domanderete. Ed io ho pronta la risposta che, del resto, tutte indovinereste, se sapeste che io sono un’alunna della prima classe della scuola Media. Oh, non è questa «la Classe delle Cronache ?» Dunque spetta a me, o a qualcuna delle mie compagne a far la cronaca : ragiono, sì o no ?- Ci rincresce tanto tanto, care sorelle maggiori, di privarvi di un compito così onorifico e gradito; ma voi – ne siamo sicure – sarete tanto buone, da lasciare a noi il campo, ed anche – lo vogliamo dire prima per non farvi avere troppe sorprese - da scusare e compatire, se non sapremo esprimerci bene. Perchè, vedete, noi non conosciamo, come voi, tante parolone: alle volte – credereste ? – restiamo confuse perfino dinanzi a parole semplici e non sappiamo proprio spiegare.

Fortuna che abbiamo una Signorina buona e paziente che non fa le meraviglie, ma invece ci aiuta a capire ! Sì, è proprio buona la nostra Signorina ed a lei dobbiamo di saper far le Cronache, e quindi questa Cronaca.- Dunque, io incomincio, e voi, poi, se troverete qualche cosa che non va, chiuderete o un occhio solo o tutti e due ; ma io vi assicuro che intanto aprirete il vostro cuore e siccome anche il cuore vede, voi vi accorgerete che anche le bimbe che hanno appena lasciato le elementari sono capaci di pensieri buoni e seri. Questi pensieri ci porteranno a diventere un giorno delle vere bambine del Sacro Cuore, quali ci desiderano le nostre buone Madri.- Dopo questa lunga introduzione, io prendo il mio quaderno e scelgo qua e là qualche pagina più significativa da copiare.

Ma…aspettate, voglio prima narrarvi la mia prima visita al Poggetto.- Io già conoscevo molto bene il Sacro cuore, quando giunsi nell’estate a Firenze, perchè già vi avevo trascorso un anno a Napoli. Fu grande la mia gioia, quando la mamma mi condusse quassù.- Arrivate al cancello, attraversammo con la veloce macchina un bel viale. Quante piante ! quanti fiori ! e che belle farfalle ! L’ansia di trovarmi in collegio cresceva in me. Ad un tratto un gran fabbricato comparve dinanzi ai miei occhi curiosi: era proprio il Sacro Cuore. Scesi dall’automobile e con la mamma e la mia sorellina Amaretche fui introdotta in un salone, dove, pochi minuti dopo, venne la Maestra Generale che mi accompagnò dalle bambine. Che festosa accoglienza mi fecero ! io ero felice.- Ormai è già passato qualche tempo da che venni in collegio: mi trovo molto bene; le Madri sono buone con me ed anche le compagne. La mia insegnante è molto buona ; una settimana mi ha premiata, dandomi la medaglia : era il mio grande desiderio ! - In questo Istituto c’è una Cappella che mi piace molto : in essa Gesù accoglie con amore quelli che vengono a fargli una visitina. Entrando in Chiesa, io prego sempre con raccoglimento, perchè so che il Signore mi vede, mi ascolta e mi benedice.

16 ottobre.- Oggi ci è stata l’inaugurazione dell’anno scolastico. La sala era piena di bambine antiche felici di rivedere, dopo un lungo anno di assenza, la Reverenda Madre Vicaria, e di bambine nuove, liete di presentarsi a lei. La Reverenda Madre ci ha raccomandato di essere buone e di mostrarci sempre contente di tutto. A me sembra che questo non sarà difficile.Poi, dopo la Santa Messa, siamo tornate in sala, dove un Professore ha fatto un bel discorso, che io non sono capace di ripetere qui. E così l‘anno scolastico è iniziato.

26 ottobre.- Oggi ho assistito con grande piacere alla premiazione. Le bambine erano vestite di bianco e la sala era ornata di piante e fiori. Una Madonnina tanto bella sorrideva a tutti. Molte delle mie compagne hanno ricevuto attestati e corone ; ma premi veri no, perchè li hanno sacrificati, per offrire l’equivalente in danaro all’Eminenza l’Arcivescovo di Firenze, per i suoi poveri e specialmente per le famiglie dei richiamati.In ultimo l’Abate Mitrato di Santa Trinità ha fatto un bel discorso, rallegrandosi con tutte le bambine che hanno la fortuna di essere educate al Sacro Cuore. Io l’ho ascoltato col desiderio di aver molti premi, alla fine dell’anno. Tutte siamo poi andate in Cappella ed abbiamo cantato il Magnificat. Oh come mi son sembrate belle tutte quelle bambine col velo bianco e la corona sul capo ! era proprio una magnifica visione !

27 ottobre.- Oggi le Madri e le compagne hanno festeggiato le bambine nuove, ossia quelle che passano il primo anno al Poggetto. Quante belle sorprese ! Quanti giuochi ! Quanti regalini ! Perfino una rappresentazione : Cappuccetto Rosso dopo aver ricevuto il cappuccio rosso dalla mamma, si è incamminato verso la foresta : lì ha trovato una Fata, che gli ha dato tante rose, dicendogli di portarle alle bambine nuove. Cappuccetto rosso, giunto tra noi, ha tratto dal suo panierino dei biglietti con gentili pensieri. Oh, non ho mai passato una così lieta giornata !
21 novembre.- Oggi sono 140 anni che la Santa Madre Barat fondò l’Istituto del Sacro Cuore ; dunque è giorno di gran festa per Maria Bambina, che a tre anni va al Tempio, ossia quasi in collegio, e per noi. È festa specialmente per le piccole, che hanno fatto una rappresentazione ; sono state invitate tutte la compagne che hanno avuto il “benissimo” in questa settimana. Le più grandine, sedute in semicerchio, parlavano tra loro. Ad un certo punto, ecco apparire tanti angioletti, e Maria Bambina. Che bella scenetta ! Che grazioso dialogo ! A me pareva di stare in Paradiso ! Ora voglio più bene alla Madonnina e desidero d’imitarla, in questi anni di educazione al Sacro Cuore.

8 dicembre.- Ho trascorso nella gioia questa giornata di grande festa. Quel che più mi è piaciuto, è stata la Processione dei Gigli, e il momento più bello della giornata è stato per me quello in cui ho offerto il mio giglio alla Madonna. Io, in quel momento, non pensavo che a Lei e Le raccomandavo di custodire sempre il giglio del mio cuore, perchè non sia mai macchiato. Mi ricordavo poi tutte la cose che la Reverenda Madre ci aveva dette il giorno prima per prepararci alla festa e vedevo coi miei occhi la Madonna tutta bella, tutta pura, vestita di bianco, con la fascia azzurra, le mani giunte, gli occhi al Cielo… Com’era bella ! Quando poi la Reverenda Madre ha preso il mio giglio, io ho creduto che fosse la Madonna. Oh, allora io ho pensato di essere in Paradiso tra gli angioletti… Oh se fosse stato vero! Ma sarà vero più tardi, quando la Madonna mi renderà il mio giglio sempre candido e sempre puro, ed io, insieme con Lei, mi troverò vicina a Gesù!

Martha Nassibou, alunna della Classe I della Scuola Media